Con lo “sbiancamento alla poltrona” si utilizzano concentrazioni di Perossido di Idrogeno che variano dal 35% al 38% con o senza fotoattivazione con particolari lampade che oltre ad attivare la sostanza sbiancante, abbreviano i tempi ed aumentano l’efficacia e la penetrazione nei prismi dello smalto. Le lampade per fotoattivare il perossido di idrogeno sono di diverso tipo: alogene, al plasma, a led, a ultravioletti, a laser a biossido di carbonio, a diodi, argon, CO2. La luce delle lampade producendo calore accelera la reazione ossidativa del perossido di idrogeno. Altre metodiche professionali prevedono l’utilizzo di: Perossido di Carbammide ad alta concentrazione (oltre il 35%) con mascherine individuali, Perossido di Idrogeno attivato ad ultrasuoni.
Cosa bisogna fare prima di iniziare un trattamento sbiancante?
Innanzitutto bisogna capire quali sono le aspettative e le implicazioni psicologiche connesse allo sbiancamento, poi curare la bocca (viene prima la salute del paziente), quindi fare l’igiene orale per togliere il tartaro e la patina batterica(placca) che bisogna eseguire al fine di ottenere risultati migliori per lo sbiancamento.
Ci sono particolari precauzioni da seguire?
Per evitare che i denti si macchino di nuovo dopo il trattamento sbiancante bisogna evitare peralmeno 48 ore cibi e bevande tipo caffè, tè, vino rosso, liquirizia ecc.
Inoltre per cercare di evitare l’ipersensibilità dentinale che spesso si verifica (nel 70% dei casi) è meglio non mangiare agrumi o liquidi acidi come l’aceto.
Qual i sono i risultati dello sbiancamento?
Il miglioramento va valutato considerando il colore di partenza. Il paziente deve sapere che il principio attivo non dà risultati uguali per tutti perché i denti sono differenti strutturalmente e le macchie interne sono varie sia nella forma sia nel colore più o meno scuro.
A che età è consigliabile lo sbiancamento?
I risultati migliori si ottengono da cinquanta anni in su.
Il miglioramento è stabile e soddisfacente, senza rischi di ipersensibilità dopo lo sbiancamento perché la camera pulpare si è rimpicciolita (il nervo, come il baco da seta, è avvolto dalla molta dentina che si è formata man mano nel tempo)
Per i giovani è consigliabile fare lo sbiancamento?
Si sconsiglia lo sbiancamento professionale per due motivi:
1) perché l’acqua ossigenata ad alto volume potrebbe facilmente scatenare sensibilità dato che la polpa (il nervo) è ancora molto ampia e vicina all’esterno.
2) perché la differenza dal colore di partenza rispetto al colore che si raggiunge dopo lo sbiancamento è talmente piccola che a stento si riconosce obbiettivamente la differenza.
Quali macchie sono difficili da trattare con lo sbiancamento?
Le macchie da fluoro e da tetraciclina, sono molto difficili da trattare e richiedono tempi molto più lunghi e molta determinazione con cure che bisogna fare sia in studio che a casa del paziente. I risultati devono essere stabilizzati col trattamento fatto a casa.
Come è individuato e segnato il colore di partenza e quello finale?
Per correttezza deontologica è necessario determinare e concordare assieme (il dentista e il paziente) il colore con la scala dei colori (con i colori campioni) sia prima che dopo il trattamento.
Una volta scelto il colore si possono fare fotografie delle arcate dentarie.
Infine dopo lo sbiancamento, si accostano il colore di partenza della scala dei colori, col colore ottenuto con lo sbiancamento in modo che si paragoni il livello di miglioramento.
Quanto tempo occorre per completare il trattamento sbiancante?
La durata del trattamento dipende dalla concentrazione del principio attivo scelto e dalla metodica adottata.
Più la concentrazione del principio attivo è alto più breve è il tempo di trattamento (60-90 minuti)
Il trattamento domiciliare che si deve fare a concentrazioni medio-basse, richiede tempi lunghi.
In studio usando le metodiche per proteggere le gengive lingua e guance e concentrazioni di principi attivi elevati possono essere sufficiente una due sedute coadiuvate da altre applicazioni fatte a casa per stabilizzare il risultato ed evitare che ci sano recidive.
Cosa bisogna fare per mantenere i risultato dello sbiancamento?
La durata dipende dall’esecuzione regolare nel tempo dell’igiene orale domiciliare accurata e dalle regolari sedute di igiene orale in studio e dal cambiamento delle abitudini precedenti tipo bisogna evitare di fumare.
Quanto tempo dura l’effetto dello sbiancamento?
Standardizzare la durata è difficile. Può andare da 6 mesi, a due, massimo tre anni.
Quasi mai però bisogna rifarlo completamente.
Si possono verificare effetti collaterali legati allo sbiancamento?
Escludendo una accertata allergia ai perossidi, il dental bleaching non presenta normalmenteeffetti collaterali. Va tenuto presente che la controindicazione al trattamento è relativa allo stato di salute della bocca (carie, otturazioni da rifare, danni da spazzolamento: abrasione, erosione per esagerazione della forza applicata allo spazzolino, malattie delle gengive,lingua, guance palato,e dello stato di salute generale.
Quindi prima si cura la bocca con tutto quello che è necessario:
radiografie, eventuali analisi,valutare le abitudini che fanno macchiare i denti (fumo, caffè,vino, cioccolato) per inquadrare correttamente il caso. Far capire al paziente che i risultati dipendono anche dal cambiamenti delle abitudini che provocano le macchie.
IMPORTANTE:
prima va sempre eseguita l’igiene orale con l’igienista in studio per l’eliminazione del tartaro e della patina (placca) altrimenti il trattamento sbiancante sarebbe inefficace.
Ultimo, ma non meno importante possibile effetto collaterale, è la fastidiosa ipersensibilità dentinale che però diminuisce man mano nel tempo.
Lo sbiancamento può danneggiare lo smalto?Sotto controllo dell’odontoiatra e/o dell’igienista dentale, difficilmente può provocare danni allo smalto. A concentrazioni alte e per tempi medio-lunghi (diverse ore) si assiste ad un’iniziale alterazione della superficie dello smalto dei denti trattati, ma che guarisce con l’utilizzo di fluoro che agisce come rimineralizzante ed anticariogeno oltre che per la sua azione desensibilizzante.